Abbiamo fatto l’amore; sentito il calore della nostra pelle.
Veri e propri assaggi di Paradiso.
Veri e propri assaggi di Paradiso.
Ci si siamo strette in lunghi abbracci. Abbiamo sciolto
l’una l’inquietudine dell’altra.
“Mi mancherai anche
tu, cosa credi?”
Poi la sfida contro il sonno, per non chiudere gli occhi e
non lasciare scappare via quei momenti ancora insieme.
Non vogliamo perderci nulla, non vogliamo perderci neanche una sola occasione di dirci “ti amo”.
Non vogliamo perderci nulla, non vogliamo perderci neanche una sola occasione di dirci “ti amo”.
Poi parte, ed io rimango sola a misurare i muri di casa,
improvvisamente più bui e vuoti.
Tornare dai miei è un po’ come essere l’ospite delle feste: sono contenta, ma non mi accomodo del tutto. Ormai la mia esistenza è completa solo al suo fianco!
Tornare dai miei è un po’ come essere l’ospite delle feste: sono contenta, ma non mi accomodo del tutto. Ormai la mia esistenza è completa solo al suo fianco!
Il telefono si spegne e tu voli dall’altra parte del mondo.
Per tutto il resto della giornata ripenso all’ultima cosa
che ci siamo scritte prima del decollo dell’aereo
“Ti amo”
“Ti amo!!!”
“Ti amo!!!”
Qui fa freddo, il mal di testa dei pensieri sta correndo
verso le mie tempie a grandi falcate.
Lo attendo con una delle sue pastiglie qui, accanto al
computer.
E’ la vigilia di Pasqua: il polpettone è nel forno, i peperoni sono stati grigliati, fuori c’è solo la pioggia, che ospita fantasmi che sospirano sui vetri appannati. La finestra sembra una fotografia sfuocata, un paesaggio onirico e confuso, in cui si riversa il mio momentaneo senso di smarrimento.
E’ la vigilia di Pasqua: il polpettone è nel forno, i peperoni sono stati grigliati, fuori c’è solo la pioggia, che ospita fantasmi che sospirano sui vetri appannati. La finestra sembra una fotografia sfuocata, un paesaggio onirico e confuso, in cui si riversa il mio momentaneo senso di smarrimento.
Per uscirne (perché gliel’ho promesso!) faccio quello che mi
riesce meglio: penso a lei. Sto pensando alla dolcezza della ragazza che amo,
che mi bacia via le lacrime e mi disegna il sorriso sulle labbra; che mi
contagia con la sua allegria e con quel suo modo di fare da bambino monello;
lei, che mi tira fuori l’amore più forte e profondo che esista.
Ogni tanto prego. Non per me, ma per chi mi sta a cuore. Per
lei.
Non gliel’ho mai detto, non so cosa avrebbe potuto pensare;
forse mi vergognavo, forse no. Forse, semplicemente, sono cose che non hanno
bisogno di essere dette.
Non so se mi posso definire una buona cristiana, so solo che
se avessi un biglietto di sola andata per il Paradiso lo cederei a chi amo.
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