http://www.youtube.com/watch?v=7gphiFVVtUI
Un’altra musica che mi giunge alle orecchie. Una melodia
suadente, che mi fa venire i brividi. La sento in lontananza, vibra nell’aria e
mi attira verso di lei come una mosca al miele.
Le note del flamenco, il colore arancio degli accordi che
profumano l’aria di agrumi e terre sconosciute.
Cerco di avvicinarmi e la musica cresce man mano. Ma non
trovo nessuno a suonarla.
In compenso trovo te, seduta su un muretto. Indossi abiti
estivi, hai i tuoi capelli corti, ma lasciati ribelli e senza piega, come piacciono
a me. Sembri un bambino che ha appena finito di giocare a pallone.
Ci guardiamo incuriosite, come se non ci conoscessimo.
Poi io alzo la testa e resto in ascolto di quella melodia senza tempo, chiudendo gli occhi.
Tu, lo sento, resti a guardarmi e io non riesco più a riaprire le palpebre per re-intrecciare il verde delle tue iridi che brillano al sole.
Poi io alzo la testa e resto in ascolto di quella melodia senza tempo, chiudendo gli occhi.
Tu, lo sento, resti a guardarmi e io non riesco più a riaprire le palpebre per re-intrecciare il verde delle tue iridi che brillano al sole.
<<La senti?>> ti chiedo, girando la testa.
<<Certo che la sento>> mi rispondi. E la tua
voce è ancora più bella di quella melodia, la sovrasta, ne dona accordi nuovi e
intonati; la colora di passione e ricordi belli.
Riapro gli occhi e ti fisso spudoratamente; ti guardo come
si studia un quadro in una galleria d’arte.
Tu sorreggi il mio sguardo, naturalmente, e non fai domande.
Dopo un po’ metti una mano in tasca e tiri fuori una scatola. E’ piccola, di
legno: assomiglia a un baule di una casa per bambole.
<<Tieni! E’ piccolo, ma le dimensioni sono relative e non contano. A voler mettere dentro tutto quello che ci deve stare -con le vere dimensioni- non basterebbe il Mondo come contenitore!>>.
<<Tieni! E’ piccolo, ma le dimensioni sono relative e non contano. A voler mettere dentro tutto quello che ci deve stare -con le vere dimensioni- non basterebbe il Mondo come contenitore!>>.
Mi perplime una frase
del genere, detta da te. Non mi parli mai in
questo modo, non sei mai stata ermetica e così misteriosa.
<<Cosa contiene?>> ti chiedo, prendendo tra le
mie mani quel piccolo scrigno. E’ liscio e leggero, piccolo tanto da rimanere
in un solo palmo della mano.
<<Contiene quello che siamo. Tutto quanto. Aprilo e sbirciaci dentro tutte
le volte che dubiti di qualcosa!>>
La melodia continuava ad aleggiare nell’aria, dandomi
l’impressione di essere in una scena da film.
Io sono quella di sempre, mi conosci: sono la cocciuta miscredente che
apre tutti i vasi di Pandora. Sono curiosa, voglio sapere. Tutto! E allora…anche il piccolo scrigno viene schiuso
lentamente tra le mie mani.
Escono, uno alla volta, come proiezioni di diapositive
tridimensionali, i nostri ricordi, i nostri momenti: quelli che nessuno
conosce, quelli più importanti, che hanno segnato e cambiato le nostre vite,
quelli che rischiavamo già di dimenticare, e anche quelli che ancora devono
avvenire. Li guardo tutti, mi inondano il viso assieme alle lacrime.
Tu continui a osservarmi e i tuoi occhi lo dicono che sei
felice. Mi guardi e immagini che sia innamorata e dolce. E infatti lo sono -innamorata
e dolce - e ora più che mai profumo di sogno, di ricordi, di speranze e desiderio.
Riapro gli occhi, e anche questa volta sono umidi. Nella penombra della camera guardo la
tua sagoma sdraiata accanto a me. Respiri piano, con le labbra schiuse e le ciglia addormentate.
Sorrido, e ti passo le dita tra i capelli.
Sono felice di averti accanto!
Sono felice di averti accanto!