Diario personale di fatti realmente accaduti ed emozioni fortemente provate.
Ma anche no.

lunedì 29 aprile 2013

six&love



 


Questi sono i giorni più lunghi e insensati che ricordo di aver mai vissuto. Mi manchi tu, che sei l’aria fresca che mi riempie i polmoni, la felicità delle mie giornate, il desiderio di un futuro, tu che sei l’ origine di ogni mio sorriso, il pensiero nascosto in ogni gesto che compio. Mi manchi proprio tu, che sei lontana ora. Che non puoi baciarmi e stringermi a te per festeggiare questi sei mesi. Sei mesi in cui sei diventata il mio tutto. Cos’altro posso darti se non questa zampillante, interminabile e incontenibile fonte di amore?
a u g u r i   a m o r e   m i o !

sabato 27 aprile 2013

Bon voyage



Ho riposto in un cassetto le ansie per questa sera. Te l’ho promesso: proverò a stare tranquilla.
Ora ho una cassettiera piena di paure ripiegate su loro stesse, accatastate assieme a sogni, desideri ancora inespressi, confessioni dette a metà per non illudermi troppo e…pinze! 
Una collezione di pinze! Mi piacciono tanto; ultimamente mi tocca usarle spesso!

Sento ancora il freddo umido sul volto, i piedi bagnati, l’aria nel collo.
Io e te nella pioggia a tenerci vicine contro il vento che sferza.
Ti lascio tenere il mio ombrello: ti do il mezzo, ma lascio che sia tu a proteggermi.
E ti tengo, ignorando la manica bagnata.
Ti stringo, ignorando le pozzanghere.
Ti bacio, ignorando i passanti.
Mi palpita questo ricordo ora nella mente: un episodio apparentemente trascurabile per chi non lo vede come un piccolo ‘sommario’ della nostra storia.
Ce la faremo ad arrivare alla meta, innamorate, tenendoci per mano. Ce la faremo anche se siamo provate. Anche se saremo bagnate dalla pioggia.
Fin quando ce ne sarà bisogno ti lascerò tenere il mio ombrello. Fin quando resisterai ti porterò sempre con me. 

Vorrei augurarti buon viaggio, anche se… lo ammetto: non so di preciso cosa ti sto veramente augurando. Non voglio che tu parta con lei. E’ ovvio: negarlo sarebbe da ipocrita. 
Però al tempo stesso vorrei che davvero tu stessi bene in questi giorni. Vorrei che capissi cosa desideri, per cosa vale la pena rischiare, se ti viene da immaginare davvero la tua vita con me. E se, quando lo fai, sorridi di felicità...
Io, dentro quel cassetto stracolmo, ho milioni di sorrisi per noi!
Non smettere di tenermi stretta a te, Tesoro mio!
Io ti aspetto qui, come sempre, con infinito amore...

venerdì 26 aprile 2013

Vitale!



Sorprendente!
L’espressione che meglio può rappresentarla. Mille altre descrizioni restano incastrate tra la lingua e le labbra, incapaci di fuoriuscire sottoforma di parola. Il vocabolario è davvero limitato talvolta.
Ma lei è in grado di strappare ogni mio silenzio, di trasformarlo in concretezza: in uno sguardo dolce, in un abbraccio che fa tremare e rasserena allo stesso tempo!
L’amore è lei. E’ una questione di essere pronti, perché non è poi così male darsi all’altro completamente quando si è convinti di quello che si prova. No?
Qui, una di fronte all’altra in camera mia, il mio cuore ha mancato un battito.
….come l’aria che respiro….”
Aria!
E io che faccio mille giri di parole per non dirle che per me è di vitale importanza.
Vitale!
La codarda sono io, che ho paura di ammettere fino in fondo quello che sento. Ma lo sa, dopotutto, perché solo lei è in grado di leggere le pagine bianche dei miei silenzi, di scrutarmi dentro quando resto a bocca aperta, senza parole.
E io la amo ancor di più, ogni giorno che passa, ogni ora che viviamo abbracciate; la amo in ogni gesto che faccio, in ogni bacio, per ogni suo gemito, in ogni carezza, in ogni lacrima, in ogni pensiero.
E’ diversa ultimamente: la sento arresa all’amore, sconvolta da questo sentimento tanto da lasciare indietro tutte le altre sensazioni.
E a me sorge il sole negli occhi quando la sento felice e appagata da tutto ciò che prova.
Ciò che voglio è renderla felice!

lunedì 22 aprile 2013

Epicentro



Sono tornata nel sogno, nel profumo morbido della tua pelle. Nel freddo del pavimento del tuo studio, nell’umido delle nostre lingue, nella forza di quelli abbracci che non sono mai abbastanza. Un giovedì e venerdì impensabili, alternativi, stupendi!
Poi ci sono uscita da quel sogno agrumato, che sa di buono e di estate imminente. Scaraventata al freddo nella realtà e nella paura: tu che mi tendi una mano da lontano, che mi dici “va tutto bene” e io che voglio crederti. Ma la paura, sabato, è troppa. Mi godo a sprazzi i momenti con te, sforzandomi di ignorare gli spilli nelle tempie e il pianto salato che mi si ferma in gola.
Poi arriva domenica. Arriva sempre la domenica, a tirare le somme della settimana.
Riesci ad afferrare quella mia mano. E’ me che vuoi al tuo fianco, e io voglio rimanerci! Mi riporti vicino a te, mi fai stendere come una coperta sul tuo corpo, per nasconderti momentaneamente dalle tue paure.
Tre passi avanti e mezzo indietro, titubante. Ma sei sincera e coraggiosa dopotutto, e ti amo anche per questo. Ti copro io, Amore. In questi giorni in cui tutto si sta smuovendo non puoi (non possiamo!) avere un attimo di tranquillità da sole. Tutto sta cambiando, come il tempo in questi giorni: dopo il sole caldo sul collo bianco oggi ci ritroviamo bagnate da una pioggia pigra.
Oggi il cielo sta colando grigio. Discuti e non mi dici con chi. E’ colpa mia? Posso fare qualcosa? Mi ignori. Ti capisco, posso intuire: consigli, pareri, critiche di chi pensa di conoscerti meglio di te stessa… Mi sbaglio?
E da fastidio tutto questo. Lo so bene.
Lo sai che sono qui per te e che puoi parlarmi di tutto? Forse non avrò sempre la risposta migliore da darti, forse non sarò sempre pronta con il consiglio più giusto, però.. vorrei esserci per te, in ogni momento. Vorrei poter fare qualcosa in queste situazioni di avvilimento. Fosse anche solo tenerti stretta in un abbraccio.
Ti amo tantissimo

venerdì 19 aprile 2013

giri di parole

...se mi fa paura tutto questo amore?!

ORMAI NON RIESCO AD IMMAGINARE UNA VITA SENZA TE!

e gioco ancora con i giri di parole...

TI AMO DA MORIRE..

martedì 16 aprile 2013

Il coraggio dei modali

On Air: Nuvole Bianche - Einaudi 
Rincorro i minuti, abbandono ogni pensiero superfluo e mi aggrappo forte al tuo ricordo.
Ignoro quelle cicatrici fresche che si riaprono ogni volta che sento e penso a quel nome; tagli di carne fresca che non si rimargina, ancora.
Verità, quella che graffia, ancora.
Realtà, quella profonda: ci è concesso vederla da lontano, come acqua in fondo al pozzo.
La nostra realtà è ancora scritta a matita, lo sappiamo.
E’ pur sempre bozza, ma di un disegno che ci piace.
Stasera sono qui. E non voglio.
Stasera devi stare lì. Vuoi?
Dovere e volere.
Volere e potere.
E’ tutta una questione di verbi modali da usare correttamente.
E stasera mi guarisco da sola, dondolandomi nel ricordo e nel pensiero di quanto è bello ciò che c'è e ciò che potrebbe esserci, ancora...

mercoledì 10 aprile 2013

Cara A.

ho ancora la pelle d’oca per la notizia. Vorrei dirtelo, vorrei confessarti che mi hai fatto rimanere davvero di merda. Ho sperato che almeno per una volta potessi darmi retta. Cosa ci guadagnavo a dirti di seguire la tua testa? A consigliarti di far nascere questo bambino? Ad essere forte, ad avere fiducia in te stessa e salvare questo innocente? Forse avrebbe dato molto di più lui a te di quanto tu potessi dare a lui, su questo non ci piove. Ti avrebbe messo di fronte alle tue responsabilità, per una volta. Ti avrebbe insegnato ad amare e ad essere amata. E questo è un sentimento che –ne sono certa- tu non hai mai provato in vita tua. “Sei l’unica amica che ho”, “sei la voce della mia coscienza”. Non ho voluto prendermi io l’appellativo di Grillo Parlante, ma evidentemente sei solo circondata di poche persone che ti vogliono male. Dirti che stai sbagliando ancora, adesso, non ha più senso. Hai preso la tua decisione, forse sofferta come dici, forse no. Forse è solo una scelta egoistica e comoda. Ma la verità la sappiamo entrambe: non è una decisione che hai preso tu. Sei più vecchia di me di pochi mesi ma dentro sei solo una bambina spaurita che si è persa da tempo. Non accetti i miei consigli. Li chiedi, annuisci. Sai che sono giusti e ti illudi per un attimo di essere abbastanza forte da seguirli. Ma poi ti arrendi. Segui quello che ha da dire lo stronzo che ti sputa in faccia, che ti tratta da puttana, che ti ha sempre preso in giro. E’ sempre stato così, e non cambierà finché non ti manderà all’ospedale. O al manicomio. O al Camposanto. Scegli tu! Mi fai rabbia, ma non posso dirtelo ora. Vorrei scuoterti forte, prenderti a sberle proprio perché non c’è nessuno che lo fa; svegliarti da questa tua scelta di accettare tutto tacitamente e passivamente, ad occhi chiusi. Ignava, abulica, masochista ragazza senza spina dorsale! Hai lasciato che un uomo, un minchione maschilista che neppure ti ama scegliesse per te. Sì, lui mandante, tu sicario. La colpa è di entrambi, perciò non sentirti sollevata buttando nelle sue mani la pistola con un “è lui che non lo vuole”! Mi dispiace. E mi fa vomitare pensare che c’è ancora chi si riempie la bocca delle nobili parole “amore” e “coraggio” quando in realtà non sa neanche cosa siano. Non riuscirò a non serbare rancore questa volta; ma proverò ugualmente a starti vicino. Perché sei una fessa, perché non hai nessuno, perché potresti morire per le tue ossessioni se qualcuno -ogni tanto- non ti tirasse per i capelli e ti dicesse “ehi, fermati e pensa a come ti stai massacrando con le tue stesse mani”. Ma, seppur con parecchia ruggine di sdegno, ti voglio bene. E resto qui, aspettando il giorno in cui tu deciderai di scartare finalmente il cervello dal cellophane. M.

martedì 9 aprile 2013

E se dipendesse da me...

Leggo una pagina, seguo riga per riga col righello e la matita in mano. Poi non giro il foglio e non proseguo. Ad un’azione così banale e scontata ne sostituisco una ben più comune ultimamente nelle mie giornate. Prendo il telefono in mano e rimango a fissare l’ultima parola scritta nella nostra chat: “Grazie”. Telepaticamente, nello stesso istante, il telefono squilla. Abbozzo un sorriso. Sei tu. Non mi parli, mi incolli solo qualche link di felpe e tute per il basket. Sei e resti seccata, si capiva anche dalla tua voce, prima. Eppure mi hai chiamata in quel minuto libero che avevi. Come stai? A cosa pensi? Io solo che ti amo tanto; e che sei una zuccona a non capire quanto voglio stare con te. Mi angoscia saperti di cattivo umore per colpa mia. Mi sono domandata perché il nostro amore dovrebbe essere diverso dagli altri. Cosa ci fa pensare che non finirà? Niente. E' proprio questo il punto. Ti amo pur sapendo di essere in bilico su un filo sottile. Eppure resto me stessa, anche se con la paura di cadere. Resto innamorata: follemente, scioccamente innamorata! Però c’è un’altra cosa che mi chiedo ora: se finisse questa storia, sarei in grado di riamare così?. Ecco cosa rende diverso il nostro amore: la risposta a questa domanda. Ecco… se dipendesse da me, se perdessi la voglia di salvarci, avrei perso la voglia di amare.

sbadabem..

Una settimana fantastica. In fondo lo sapevo. Lo sapevo già da ieri sera che poi sarebbe stato peggio di prima tornare a sopportare. Arriva quel treno e tutto ripiomba in quello che era, se non per il fatto che la amo più di ieri. E non voglio che si senta in colpa o che mi chieda 'scusa', perché davvero ho fatto tutto da sola questa volta. Ho tessuto la mia tela di gioia e spensieratezza, di speranze colorate e di desideri. Per questo, solo per stasera, un pochetto mi odio. Odio questa piccola e dolce Penelope del cazzo... Ma amo lei.. La amo più di tutto. E rivivrei la stessa settimana subito, a costo di odiarmi di nuovo..

sabato 6 aprile 2013

pensieri corti

Ripensarti ora è un dolce sospiro fatto in silenzio tra la penombra di una cucina e il marmo freddo di un tavolo sconosciuto. Appoggio la testa syl piano liscio e chiudo gli occhi, ricordando momenti di infinita felicità assaporati tra ieri ed oggi. Sento ancora l'aria fresca sul volto del nostro giro in moto, il sapore dei tuoi baci, il profumo delle frittelle appena fatte, la morbidezza dei tuoi seni caldi sotto i miei palmi... Tutto rivive nel momento in cui richiamo alla mente i nostri attimi, punti perfetti del ricamo unico e raro delle nostre giornate trascorse insieme. Non mi stancherò mai dei tuoi "ti amo", delle tue piccole attenzioni, del tuo respiro regolare sul mio cuscino. La fantasia galoppa quando ci capita di poterci risvegliare dopo una notte insieme, abbracciate l'una all'altra, senza la disperazione di dover sciogliere quel nostro nodo di arti. Ed io fantastico, sì. Ormai non riesco più a proteggermi dalle mie speranze ed illusioni. Fantastico che possa essere così ogni volta che lo vogliamo. E lo vogliamo entrambe. Dovrebbe essere solo l'amore che ci lega a scandire io nostro tempo; non lo scorrere inesorabile delle ore; non il pensiero di doverci separare nuovamente! Sento tutto questo per la prima volta nitidamente ed intensamente, come se qualcuno mi avesse tolto della bambagia dalle orecchie. Vedo, sento, assaporo, tocco l'essenza vera dell'amore. Voglio solo lei, adesso. Voglio solo lei, poi... Cosa ci manca, dopotutto, per essere felici..?!

venerdì 5 aprile 2013

Firmo qui?



 
Sento.
O meglio: I Feel. Che in inglese rende maggiormente l’idea.
Ed è una sensazione strana. Forse semplicemente piacevole. Forse semplicemente da persona ‘viva’.
E’ come quando resti in dormiveglia e pian piano tutti i tuoi sensi si risvegliano contro il tuo volere.
“Tu queste cose hai sempre paura di chiedermele. E io non so come risponderti, ma chissà come hai sempre il sorriso dopo”.
E’ sempre meglio sapere le cose come stanno. La limpida verità. Che ti lascia sì le labbra distese in un sorriso, ma anche gli occhi umidi e gli aghi nelle tempie dal troppo pensare.
Eppure ho ancora paura di domandare. Di sapere. Di vivere i vostri momenti attraverso le tue parole. Mi fa impazzire, delle volte. Vorrei fare come i ragazzi a scuola durante le verifiche: passarti un bigliettino con la risposta che non riesci a comporre da sola.
Tutti vorrebbero un presente scritto sulle proprie mani. Dai una sbirciata e…va bene?
Sì, e lo vivi.
No, e vai a lavartele.
Ci siamo viste tutti i giorni questa  settimana. Non l’avremmo mai creduto possibile, come tante altre cose. E invece…
Beh, io in questo momento prenderei un pennarello indelebile e lascerei la mia firma sul palmo. Si può fare? Lo vuoi anche tu quanto me, Amore?
Mi piace sapere che arriverò a fine giornata e la cosa più bella ancora da vivere sarà lì che mi aspetta.
Anche oggi sarà così, e non vedo l’ora di lasciarmi stringere dalle tue braccia.
Dannazione..Che qualcuno me lo dia, questo pennarello indelebile!