Diario personale di fatti realmente accaduti ed emozioni fortemente provate.
Ma anche no.

domenica 30 ottobre 2016

29 candeline invisibili.

Io sono un'amica. Una che si presenta e non pretende, l'ombra di qualcuno che conta, che vedi solo in certe ore del giorno e in altre non ti accorgi che c'è, come quando il sole volge a mezzogiorno. Sono una valigia, piena di pensieri, grossa ma con le ruote. Di quelle di cui senti il peso solo se la sollevi per far le scale. Sono il prezzemolo sui piatti, che a volte si mette solo perchè lo dice la ricetta, ma magari non piace quasi a nessuno. Sono la nuvola grigia che ti copre il sole quando cerchi di asciugarti al mare. Sono di troppo, in certe situazioni. E me ne rendo conto. E anche se odio essere al centro dell'attenzione, reputo che di alcune attenzioni delle volte ho bisogno. Non le voglio. Ma ne ho bisogno. Nessuna accusa, nessuna colpa. Ma mi sento solo nel posto sbagliato al momento sbagliato, ora, e se la giornata terminasse così come è cominciata, con una scossa di terremoto 7.1, di certo non mi dispiacerebbe. Anzi, sarei onorata che almeno Madre Natura si sia disturbata, seppur con violenza,a farmi sentire la sua presenza e vicinanza in questo giorno. Buon compleanno a me.

sabato 15 ottobre 2016

Le 5 fasi del lutto

Ce ne è voluto di tempo, per affrontare e vivere le fasi del lutto. Tutte in disordine, buttate a casaccio, le emozioni si presentavano di petto infrangendosi contro lo scoglio della mia razionalità. Onde in un nubifragio.

Avessi fatto caso in questi mesi alle mie emozioni, ora saprei dove mi trovo. Ma il lutto si è presentato subdolamente, poco alla volta, lacerando dentro. Qualcosa di mio, qualcosa a cui tenevo, se n'è andato.
Negazione.
C'è stata all'inizio, ma non come si intende in questi casi. Negazione come il non voler vedere, non accettare lo sfacelo, la distruzione che piano piano sgretolava ogni mattone appoggiato con cura negli anni. No, non stava succedendo.
La rabbia? 
Lo sconforto, dove ho sbagliato, colpa mia? Un meccanismo di difesa? I capri espiatori. Abbiamo lasciato troppa carta bianca alle persone sbagliate. Dovevamo voltare pagina già da subito. 
Sensi di colpa. E quindi ora Vaffanculo, che vada pure tutto a puttane. Chiusura in me stessa. Addio mondo.
Contrattazione? 
Se ne esco non farò più gli stessi errori? E' il voltare pagina? Mi trovo qui, ora? Alternanza di periodi di sconforto, le foto degli anni passati su facebook, la bella compagnia, il feeling, le persone che sorridono: sono stati anni belli. Ma le persone cambiano, oppure non cambiano quando invece dovrebbero farlo? Resilienza.
Depressione? No, quella no. Perchè? A merito di cosa? E per ottenere cosa e da chi?
No, piuttosto torniamo alla rabbia, e coltiviamo quella per poi aumentare la contrattazione. Vie d'uscita ce ne sono eccome. E sì: tornateve ancora affanculo!

Accettazione.
E' andata così perchè doveva andare così. E' ora di voltare pagina. Si tratta di concludere il processo e chiudere il cerchio. Io sto bene. La rabbia a volte torna, ma i miei scogli sono alti e non la lasciano entrare.
Sono contenta, sono soddisfatta.
Ma se vi andrà allo sfacelo tutto quest'anno, io sarò qui, stapperò una bottiglia e ballerò samba per tutta la notte.