Diario personale di fatti realmente accaduti ed emozioni fortemente provate.
Ma anche no.

domenica 31 marzo 2013

E cresce

Lo senti dentro, cresce, si espande. Viene piantato come un seme, nascosto sotto della terra rimasta fredda per mesi. Poi mette radici, dapprima piccole e pallide. Non te ne accorgi fino a che dalla distesa bruna e soffice non sbuca il primo germoglio. Poi capisci che è amore: ha attecchito senza che tu avessi il tempo di accorgertene. In cinque mesi lo annaffi, lo proteggi, lo curi e lo osservi mentre cresce. Non sai ancora che pianta sia, se sarà un piccolo arbusto o un albero. Ma speri che possa crescere lentamente, con calma, negli anni. Che nessuno verrà a sdraticarlo, a rubartelo, che il freddo e le intemperie non lo uccidano. Il tempo passa, lui cresce, si rinvigorisce, mette le prime foglie...e vorresti già immaginarti sdraiata sotto le sue fronde in estate, a godere della frescura dell'ombra. Ci speri, ci speri veramente, timidamente, continuamente...


venerdì 29 marzo 2013

Come se fossero parole mie...

"Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe."

Pablo Neruda

martedì 26 marzo 2013

On Air: She's Always a Woman to Me - Billy Joel

"Nessuno è perfetto; 

ma nella sua imperfezione c'è ciò che lo rende unico. 

E perfetto per noi."


Te.
I tuoi grandi occhi verdi.
Il bacio della buonanotte.
Il tuo sorriso splendente e disarmante.
Quando mi permetti di esserti vicina se hai bisogno di me.
La gentilezza.
La disponibilità.
I "ti amo" inaspettati.
La sincerità.
Le tue labbra rosse e carnose.
Le carezze delicate sul mio corpo.
Il carattere forte.
I tuoi morsi.
L'intelligenza.
Le tue lentiggini.
La passione.
Il modo in cui mi guardi e mi fai sentire desiderata.
Quando mi cerchi se siamo distanti.
L'iniziativa a letto.
La riconoscenza.
Le fantasie e i progetti.
L'intuito.
Le colazioni con pancakes e succo d'arancia.
Il tuo leggermi nel pensiero.
La tranquillità che mi infondi.
Le coccole.
La tua canzone per me.
La fuga d'amore in montagna.
Camminare mano nella mano.
L’odore della tua pelle.
Il tuo stile.
Il coraggio che hai risvegliato in me.
Il tuo sapore.
I pomeriggi al campetto.
Le notti trascorse a pensarti e le mie fantasie che galoppano.
I tuoi seni sotto le mie mani.
Le chiamate di 2ore in Skype.
Le provocazioni.
La tua espressione quando ti ecciti.
Il tuo incitarmi sempre.
La curiosità.
Baciarti davanti a tutti e sentirmi fiera di essere la tua ragazza.
L'imbarazzo delle confidenze più intime.
La tua comprensione.
I brindisi prima di cenare.
La tua paura di perdermi.
La voglia di fare.
I tuoi capelli lisci.
L'impegno in tutto ciò che fai.
I rischi che corri per me.
Le tue gambe lunghe.
Le tue storie.
Fare pace dopo una discussione.
La tua voce e la tua 'erre'.
Come ridi.
Quando ti fai abbracciare e mi cerchi nel sonno.
Il modo in cui scherzi e mi prendi in giro.
I tuoi "stai tranquilla, piccola..".
Il modo in cui guidi.
Il dividerci la pizza.
I tuoi abbracci stretti.
La simpatia.
Il non essere mai fuori luogo.
I tuoi capricci e le scuse sincere.
La tua conoscenza.
La tua esperienza e i tuoi consigli maturi.
La capacità che hai di consolarmi con poche parole.
La tua riconoscenza.
Come mi fai sentire innamorata e viva!

E la lista continua. E’ vero, non sei perfetta, come non lo è nessuno a questo modo!

Ma amo tutte queste e altre mille piccole o grandi cose che fanno di te quella donna stupenda che sei...
TI AMO.

Sogni caldi ad occhi aperti




<<Corri! Corri!>>
<<Amore, ma cosa…?>>
<<Ssst, zitta o ci sentono le altre!>> La presi per un braccio e la trascinai con me correndo per qualche metro, fino a raggiungere la rientranza del corridoio. <<Per di qua!>>
Ci accucciammo, io davanti e lei alle mie spalle: il buio ci nascondeva perfettamente, lasciando brillare solo i nostri denti  e gli occhi lucidi d’emozione. Dalle scale dell’ostello stavano salendo le nostre compagne di squadra:  un gran vociare, decisamente esagerato per l’orario notturno in cui stavano rincasando. Riconobbi la voce di Barbara, la più piccola -e sicuramente in quel momento anche la più brilla-
 <<Ma dove sono finite quelle due?>> Logicamente si riferiva a noi.
La cosa mi elettrizzò tanto che lei dovette mettermi una mano sulla bocca per farmi trattenere un risolino.
Mi voltai per guardarla, per vedere se anche a lei eccitasse tutto ciò. Incrociai nell’ombra i suoi occhi e quel suo sorriso seducente e, solo a guardarla, ebbi un fremito di piacere.
Quando le ragazze furono in camera e la porta si chiuse, ci alzammo.
Stavo già per correre giù dalle scale, sperando che mi seguisse. <<Andiamo, dai!>> sussurrai.
Ma potei solo fare un passo nella mia direzione che lei mi prese per un braccio e mi tirò indietro, facendomi sbattere di schiena addosso al suo corpo. In un secondo mi prese per le spalle, mi girò verso di sé e mi spinse contro il muro. Dalle sue mani mi lasciavo guidare senza esitazioni, sicura che la forza che impiegava per trattenermi lì, contro la parete, era uno dei modi per farmi sentire sua (e che ben gradivo!). Mi fece perdere la testa  sentir premere il suo corpo contro il mio. La sensazione della mia schiena contro parete fredda e dura si combinava perfettamente al contrasto del suo corpo caldo e del suo seno morbido  che spingeva contro il mio.
Mi prese il volto tra le mani e, dischiudendo le labbra, mi baciò impetuosamente con la lingua.
Poi la sua gamba si fece spazio tra le mie. Si scostò un poco per vedere la mia reazione, o per godersi il mio ansimare ad occhi chiusi.
<<Ti piace?>>
<<Oh si…>> riuscii a rispondere, già eccitatissima <<Ti voglio…>>
<<Mi vuoi?>> ripeté lei, provocandomi mentre mi mordeva il collo <<Quanto mi vuoi?>>
Allora le presi una mano e la portai sotto alla mia gonna. Le feci scostare il costume che indossavo e con un dito mi sfiorò delicatamente là sotto. Ero già bagnatissima e lei se ne compiacque.
La amavo e la volevo più di ogni altra cosa. E mi eccitava il solo pensiero di poterla sfiorare a mia volta!
<<Andiamo…>> questa volta fu lei a prendermi per mano e a trascinarmi correndo giù dalle scale.
Quando uscimmo di corsa dall’ostello l’aria fresca della notte mi rinvigorì un poco, anche se sentivo ancora le mie gambe molli di desiderio.
Attraversammo la strada e fummo subito in spiaggia. Era buia e deserta. Gli ombrelloni e le sdraio chiuse davano un senso di abbandono, tanto da farmi pensare che sicuramente nessuno sarebbe venuto a quell’ora di notte a disturbarci.
A pochi metri dalla riva ci fermammo; poi mi lasciò la mano. Mi guardò dritto negli occhi, sorridendo: <<Spogliati, dai!>> mi ordinò mentre già lei si sfilava i vestiti.
Mi tolsi la maglietta e la gonna in un attimo, rimanendo in piedi davanti a lei con il mio bikini rosso.
<<Allora, che ne pensi?>> le chiesi, facendo una giravolta per farle vedere per la prima volta il mio fisico in costume.
<<Wow!>>, esclamò lei, leccandosi le labbra con la punta della lingua.
Le era bastata quella vista per eccitarsi, si capiva; ed io ero ben soddisfatta della sua reazione.
<<Andiamo in mare?>> mi propose, e si avviò verso il bagnasciuga camminando all’indietro, per controllare se la seguissi o meno. La raggiunsi in un attimo, ed entrammo nell’acqua tiepida tenendoci per mano. Lei fu la prima a tuffarsi. Benché io amassi l’acqua particolarmente, ero sempre molto fifona quando si trattava di immergersi in mare. La guardai, cercando di scorgere il suo corpo a pelo dell’acqua in quel mare nero. Si muovendosi come una sirena, silenziosa e veloce. Vedendo che ancora non mi decidevo a tuffarmi, mi venne incontro e, cingendomi la vita, si avvicinò fino a baciarmi il ventre.
<<Vieni, Amore!>> mi sussurrò, trascinandomi giù con sé. Mi fidai, e mi lasciai andare subito tra le sue braccia. Mi teneva stretta, come per non perdermi in mezzo a quel buio. Io la afferrai per i fianchi, accarezzandole poi il sedere per tirarla più a me. Quando i nostri corpi furono uno aderente all’altro, alzai le gambe e le incrociai attorno alla sua vita, lasciando che così mi tenesse quasi in braccio. Le infilai la lingua in bocca, infoiata da morire.
Il movimento delle nostre lingue era pura tensione elettrica che si scaricava nei nostri corpi. La sentivamo entrambe, come il desiderio di fare l’amore lì, in acqua.
<<Mi fai impazzire…>> mi sussurrò poi all’orecchio, prima di iniziare a mordicchiarmelo. Mi piaceva un sacco quando mi voleva eccitare in quel modo. Sentivo il suo respiro ansimante vicino, il calore della sua pelle immersa in quel liquido buio e fresco. Sussultai quando mi scostò per la seconda volta lo slippino da una parte e, con il dito, iniziò a stimolarmi il clitoride gonfio. Gemevo di piacere, incurante del fatto che qualcuno potesse sentirmi. Lei mi baciava il collo mentre rimanevo con braccia e gambe aggrappata a lei. Mi spinse dentro il suo dito medio, muovendolo su e giù, dentro e fuori, prima piano, poi sempre più veloce. Sentivo l’acqua fredda a contatto con la mia vagina bollente e quel contrasto aumentò i brividi che avevo già per tutto il corpo. Chiusi gli occhi mentre godevo, sapendo che lei si sarebbe a sua volta accesa di passione nel v edermi sinceramente eccitata. Gettai la testa all’indietro, fiduciosa che mi avrebbe tenuta. Le sue dita mi stavano sciogliendo, e sentivo l’orgasmo avvicinarsi. Lo sentivo nascere dentro, piano. Mi morsi le labbra per assaporare maggiormentele sensazioni che stavo provando. Mi sentii aprire sempre di più, con lei dentro che si muoveva. Non dovette neanche faticare tanto: la mia esplosione di godimento arrivò quasi subito, assieme ai miei gemiti e alle urla soffocate a fatica dai suoi baci.
Mi lasciai andare completamente su di lei, che mi sorreggeva tra le sue braccia. Mi avvicinai alla sua guancia e gliela sfiorai con le labbra. La baciai. Le baciai quel suo fantastico viso ripetutamente.
Poi lo dissi: <<Ti amo!>>
Lei ridacchiò e sussurrò divertita: <<Troppo facile dirmelo ora, così appagata!>>
<<Ma io te lo dico sempre!>> ribattei contrariata.
<<Lo so>> rispose <<Stavo scherzando, dai…>>
<<L’hai mai fatto prima d’ora in mare?>> le domandai poi, incuriosita.
La vidi titubante per un attimo, o forse stava solo ripensando.
<<No, ma… fin qui mi sta piacendo>>
Allora le accarezzai dolcemente il viso ed i capelli, le baciai teneramente gli angoli delle labbra, gli occhi, la bocca… provai ad aprire leggermente la mia durante quei dolcissimi baci e mi fece sentire la punta della sua lingua sulla mia. Si lasciò guidare dal suo respiro irregolare e dal movimento delle mie mani che, dopo poco, erano già sul suo costume per slacciarlo. Le tolsi il pezzo sopra, lasciandole il seno scoperto. Me lo presi tra le mani e iniziai a giocarci lentamente, compiacendomi di tutti i suoi versi di eccitamento. Avvicinai poi le mie labbra ai suoi capezzoli duri: li succhiai, li leccai, facendo attenzione a farle sentire il mio piercing da lingua proprio su quelle turgide punte.
<<Mi piaci da impazzire…>> sussurrò ansimando.
Presi una delle sue mani e me la portai alle labbra, baciandole il dorso. Lei, ad occhi chiusi, si lasciava guidare ciecamente. Poi mi misi il suo indice in bocca e iniziai a succhiarlo, piano. Sentivo il sale del mare sulla mia lingua e sentire quel sapore inaspettato mi piacque parecchio.
Tenendola vicina a me, scesi con la mano fino a scostarle lo slip e, facendomi largo tra le grandi labbra, le toccai il clitoride. Anche lei, come me, era calda e vischiosa là sotto. Iniziai a massaggiare quel piccolo promontorio tutto eccitato, giocandoci e cambiando ritmo per stimolarla sempre di più.
<<Sì… oh, sì….>> mi sussurrava piano all’orecchio. Mi faceva impazzire! E forse lo sapeva pure che godevo a mia volta quando era lei a godere!
Continuai a muovermi finché la sentii stringermi a sé e trattenere a fatica dei gemiti più forti. Stava venendo, inarcando la schiena e tremando tutta.
Mi fermai solo quando capii che l’orgasmo era finito.La abbracciai subito, tenendola stretta.
<<Sono tua…>>  le dissi dopo qualche minuto, baciandola teneramente sul collo <<…e tu sei mia!>>
Si scostò per guardarmi. Mi regalò il suo sorriso più bello poi, improvvisamente, si girò e fece due bracciate.
Voltandosi indietro, poi, mi disse con voce divertita:  <<Solo se riesci a prendermi! E -si sa- i t-rex non sanno nuotare!>>
Ridacchiò e si tuffò nuovamente mentre io rimanevo immobile, guardandola allontanarsi, innamorata come non mai di quella ragazza che mi aveva rubato il cuore.

lunedì 25 marzo 2013

buonanotte amore mio

on air: Your song - Elton John

Devo dirtelo, cosi, a caldo: stare con te è la cosa che adoro di più in assoluto.
Mi piace starti vicina, e in questi giorni di tuo malessere ho apprezzato veramente tanto il fatto che mi volessi accanto. Eri sincera, vero?
Spero di sì..per me è significato molto..
Quando poi la smetterai di 'stupirti' di quelle piccole attenzioni che ti dono ma le prenderai come piccole dimostrazioni d'amore, allora avrai capito bene che tipo di persona sono..ma soprattutto forse ti sarà chiaro quanto ti amo! Ora sono a casa, seduta nel mio letto freddo e vuoto e penso a quanto vorrei essere sotto le tue coperte adesso... quanto vorrei essere nel tuo abbraccio! Quanto vorrei essere il tuo unico amore!!
Dormi bene amore mio..dormi cercandomi nei tuoi sogni.

giovedì 21 marzo 2013

"Ho perso le parole..eppure ce le avevo qua un attimo fa" °_°



Sconcertata, confusa.
Sorpresa, poi.
Arrabbiata.
Ed infine nauseata.
Ti sei finalmente tolta il peso dallo stomaco, ti sei sfogata ora che hai toccato il fondo, ora che non ce la fai più neanche a rialzarti.
Dovevamo arrivare davvero a tanto? Evidentemente sì, ma perché l’hai voluto tu. Non hai gradito prendere la mia mano quando te la porgevo, non hai fatto un passo nella mia direzione mentre ti inseguivo, non mi hai mai voluto parlare prima d’ora.
E adesso te ne vai sperando di lasciarmi tutti i sensi di colpa addosso? Già, sono diversa: ci sono rimasta male, ma la rabbia e la delusione stanno facendo a pugni con il dispiacere. E il dispiacere sta soccombendo.
Mi piaccio per come sono, sto trovando un modo per stare al mondo con le mie forze, tirando fuori unghie e carattere.
Mi piace la ragazza che sto conoscendo, che c’è sempre stata, ma che è rimasta nell’ombra fino ad ora!
Sai che penso? Che il mondo è bello perché è vario, e proprio per la sua eterogeneità risulta pressoché impossibile piacere a tutti!
Forse il punto di partenza è semplicemente piacere a se stessi...e io ce la sto mettendo tutta.
Ma tu?
E' proprio questo il tuo problema: non sei serena e in pace con te stessa. Vivi quello che sei come qualcosa da nascondere e ciò ti causa una grandissima frustrazione nel vedere che adesso sono io quella che ostenta sicurezza in un modo che tu non sei mai riuscita a fare. Ma nessuno ti vieta di essere felice, o di provare ad esserlo!
Sei gelosa, gelosa di tutto questo: gelosa del mio cambiamento ed invidiosa, a questo punto, della mia sudata tranquillità. Sei gelosa nel vedermi felice con una donna che non sei tu, gelosa che sono serena come tu non sei e, purtroppo, come non sei mai riuscita a rendermi. 
Mi dispiace, ma la verità è questa: una verità che non accetti e che ti logora da mesi.
E, se sei proprio certa di quello che vuoi perdere, dunque, non ci resta che dirci addio.

domenica 17 marzo 2013

Anche chi è invischiato con la vita ha tempo per le lacrime



Ho gli occhi che mi bruciano. Appena mi siedo alla scrivania ed accendo il monitor del computer mi sembrano trafitti da mille spilli.
E’ un attimo farli lacrimare. Basta un niente, di fisico: un granello di polvere, una luce troppo forte, il vento freddo di questi giorni…
Ma non materialmente? Solo un’emozione incontenibile.
Ho sempre avuto il pianto facile per via della mia eccessiva sensibilità ed insicurezza. Non so se crescendo, poi, questa mia particolarità è andata scemando o se semplicemente la pelle coperta di ferite è diventata un’unica cicatrice insensibile al tatto: fatto sta che ormai il mio pianto è cosa rara. Ma quando c’è è veramente un’inondazione di tutto quanto mi sono tenuta dentro fino a quel momento.
Accendo la luce sulla scrivania e tutto il buio si riassorbe nell’angolo in fondo alla camera. Ero stata al buio per quando tempo? Non saprei. Resto nella mia stanza in silenzio, immersa nell’ombra, seduta per terra con la schiena appoggiata all’armadio. Sento lo scrosciare della pioggia fuori, il ticchettio delle gocce sulla grondaia.
Mi rilasso. E penso.
Mio padre pochi giorni fa mi ha detto che sembra che stia scappando da quell’incalzante spinta che è la vita. Ai suoi occhi appaio impaurita, sperduta.
Ho paura, è vero. Ma dove sta la novità? Il futuro mi ha sempre inquietato a tal punto da non riuscire a vivere pienamente il presente, che vivevo da spettatrice. Avrei desiderato poter essere la protagonista del mio film, ma senza mai sgomitare per accaparrarmi quella parte che mi spettava di diritto.
Una vita al confine dell’esistenza, in cui senti di lasciarti sfuggire dalle mani proprio quello che desideri per la paura del cambiamento, per l’insicurezza, per l’incertezza del domani.
Ma sento che non è più così. La paura per il futuro, dopotutto è cosa comune a tutti. L’importante è lottare per non lasciarsi divorare dall’angoscia.
“Sai quel che lasci e non sai quel che trovi” non è più il mio motto. So’ valutare finalmente quello che mi si presenta sotto agli occhi, sono matura abbastanza per capire se lo voglio o meno, senza bisogno di aspettare il permesso di nessuno.  
Penso che per sentirsi vivi a tutti gli effetti basti fare in modo che gli istanti vengano vissuti e non attesi.
Nella vita faremo sempre soffrire qualcuno in seguito a delle nostre azioni: a volte le più stravolgenti ci porteranno lontano da coloro che ci hanno voluto bene. Ma per il bene nostro, per la nostra soddisfazione, per il desiderio di vivere la nostra vita come la vogliamo noi, inseguendo tutto quello che ci avvicina maggiormente alla felicità, dobbiamo avere la certezza che tutte queste scelte (apparentemente con rovesci della medaglia infelici) dovranno essere ben ponderate.
Ecco. Io in questo labirinto di pensieri, poi, mi blocco. Ho un enorme muro davanti a me, con una porta chiusa a chiave di fronte. Un altro muro altissimo a destra e uno a sinistra. Forse è questo il momento di piangere. Lo sarebbe, perché sono impotente. Sono innamorata da impazzire e non posso fare nulla!
Ho scelto la mia via, ho deciso cosa fare. Voglio passare da quella porta, ma ho bisogno della chiave! Non può dipendere tutto da me: so che al di là di quella porta c’è tutto quello che desidero. Se mi volto, invece, posso solo tornare sui miei passi, abbandonare la speranza della felicità, trovare altri modi per uscire dal labirinto ma…non sarà mai come passare per quella porta. E quindi urlo, chiedo aiuto, imploro che qualcuno possa sentirmi ed aiutarmi a varcare quella soglia. Poi mi siedo, e aspetto. Mi asciugo le lacrime con la manica, tiro su col naso come i bambini. Chiudo gli occhi per trattenere quel liquido salato che vorrebbe uscirne.
Prima o poi qualcuno arriverà.
Prima o poi mi apriranno, o mi diranno che non c’è più niente in cui sperare.

<<Beh, meglio tardi che mai!>>
<<No, tardi non è meglio. Tardi è tardi.>> (cit.)