Diario personale di fatti realmente accaduti ed emozioni fortemente provate.
Ma anche no.

lunedì 26 dicembre 2016

Merry Christmas!

25.12.2016. Non ti auguro un dono qualsiasi, Ti auguro soltanto quello che i più non hanno. Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa. Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri. Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre, ma tempo per essere contento. Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo perchè te ne resti: tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guardarlo sull'orologio. Ti auguro tempo per toccare le stelle e tempo per crescere, per maturare. Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare. Ti auguro tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono. Ti auguro tempo anche per perdonare. Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

domenica 30 ottobre 2016

29 candeline invisibili.

Io sono un'amica. Una che si presenta e non pretende, l'ombra di qualcuno che conta, che vedi solo in certe ore del giorno e in altre non ti accorgi che c'è, come quando il sole volge a mezzogiorno. Sono una valigia, piena di pensieri, grossa ma con le ruote. Di quelle di cui senti il peso solo se la sollevi per far le scale. Sono il prezzemolo sui piatti, che a volte si mette solo perchè lo dice la ricetta, ma magari non piace quasi a nessuno. Sono la nuvola grigia che ti copre il sole quando cerchi di asciugarti al mare. Sono di troppo, in certe situazioni. E me ne rendo conto. E anche se odio essere al centro dell'attenzione, reputo che di alcune attenzioni delle volte ho bisogno. Non le voglio. Ma ne ho bisogno. Nessuna accusa, nessuna colpa. Ma mi sento solo nel posto sbagliato al momento sbagliato, ora, e se la giornata terminasse così come è cominciata, con una scossa di terremoto 7.1, di certo non mi dispiacerebbe. Anzi, sarei onorata che almeno Madre Natura si sia disturbata, seppur con violenza,a farmi sentire la sua presenza e vicinanza in questo giorno. Buon compleanno a me.

sabato 15 ottobre 2016

Le 5 fasi del lutto

Ce ne è voluto di tempo, per affrontare e vivere le fasi del lutto. Tutte in disordine, buttate a casaccio, le emozioni si presentavano di petto infrangendosi contro lo scoglio della mia razionalità. Onde in un nubifragio.

Avessi fatto caso in questi mesi alle mie emozioni, ora saprei dove mi trovo. Ma il lutto si è presentato subdolamente, poco alla volta, lacerando dentro. Qualcosa di mio, qualcosa a cui tenevo, se n'è andato.
Negazione.
C'è stata all'inizio, ma non come si intende in questi casi. Negazione come il non voler vedere, non accettare lo sfacelo, la distruzione che piano piano sgretolava ogni mattone appoggiato con cura negli anni. No, non stava succedendo.
La rabbia? 
Lo sconforto, dove ho sbagliato, colpa mia? Un meccanismo di difesa? I capri espiatori. Abbiamo lasciato troppa carta bianca alle persone sbagliate. Dovevamo voltare pagina già da subito. 
Sensi di colpa. E quindi ora Vaffanculo, che vada pure tutto a puttane. Chiusura in me stessa. Addio mondo.
Contrattazione? 
Se ne esco non farò più gli stessi errori? E' il voltare pagina? Mi trovo qui, ora? Alternanza di periodi di sconforto, le foto degli anni passati su facebook, la bella compagnia, il feeling, le persone che sorridono: sono stati anni belli. Ma le persone cambiano, oppure non cambiano quando invece dovrebbero farlo? Resilienza.
Depressione? No, quella no. Perchè? A merito di cosa? E per ottenere cosa e da chi?
No, piuttosto torniamo alla rabbia, e coltiviamo quella per poi aumentare la contrattazione. Vie d'uscita ce ne sono eccome. E sì: tornateve ancora affanculo!

Accettazione.
E' andata così perchè doveva andare così. E' ora di voltare pagina. Si tratta di concludere il processo e chiudere il cerchio. Io sto bene. La rabbia a volte torna, ma i miei scogli sono alti e non la lasciano entrare.
Sono contenta, sono soddisfatta.
Ma se vi andrà allo sfacelo tutto quest'anno, io sarò qui, stapperò una bottiglia e ballerò samba per tutta la notte.

venerdì 5 agosto 2016

Pensando en ti.

La televisione in sottofondo, la lavatrice che borbotta, il fruscio degli elettrodomestici alle mie spalle. Da sola, ma in pace.
Una valigia vuota, da riempire. Da far traboccare di voglia e di emozioni da bambina curiosa, come quando facevo il conto alla rovescia per la partenza per il mare.
Un'altra vacanza nostra, tutta per noi. Tu che conduci, il mio Virgilio; mi porti in strade nuove e mai viste. L'immagine di noi, mano nella mano, come in una fotografia ben fatta con lo sfondo di Manhattan. Gli spigoli delle tue mani, che mi piace guardare, il tuo profilo bello che mi ipnotizza. Delle volte quando ti guardo immagino di disegnarti, ma il pensiero dura pochi secondi. Mi fa rabbia ammettere che non sarei in grado di disegnare qualcosa che mi possa piacere tanto quanto tu mi piaci.
Attendo il tuo ritorno pensandoti, occupandomi di faccende quotidiane noiose ma indispensabili adesso. E mi viene in mente che ogni partenza, prima di conoscerti, era una rottura. Sei la prima e l'unica che, nonostante la distanza, mi manca davvero. Ma in senso buono e positivo, ovviamente. E piano piano affiorano anche i ricordi di noi lì, nel mare in cui ti trovi ora, stirando le labbra in un sorriso sincero.
E finchè pensare a noi mi farà quest'effetto, posso stare tranquilla sulla profondità del sentimento che provo (e mi fai provare TU!)

Tua, sempre.