Diario personale di fatti realmente accaduti ed emozioni fortemente provate.
Ma anche no.

mercoledì 28 marzo 2018

Ad libitum

Ho una tromba d'aria, dentro. Un turbinio di pensieri. Un caos sbocciato lieve, appassito, poi rinato. Come il fiore che perde i pollini e genera a sua volta il nascere di altri 100 boccioli. Troppo poetica? Sì, a me sembra più un' Idra: che quando le tagli una testa ne compaiono altre tre. Ogni incomprensione e ogni parola non detta (e ogni parola di troppo) galleggia nello specchio del mio Io. Cosa c'è di sbagliato? È il tempo che passa? È la monotonia? La noia di trovare problemi anche quando non ce ne sono? Tipico di noi donne. È la trasgressione di andarli a causare? Il bisogno di tenersi la testa occupata da capricci per non pensare alle cose più serie che accadono a chi ci sta accanto? Sono questi, i meccanismi di difesa, o è semplice e pura quotidianitá?
{Il cibo del cane, la vecchiaia, la realizzazione di non avere più 20 anni, i chili di troppo, il bisogno di partire, la paura di impegnarsi, cosa facciamo per il ponte, la cena in sospeso con Tizio e con Caio, una telefonata da fare, gli apprezzamenti che non ci vengono più fatti (ma da chi devono essere fatti, se non da chi ci ama?), la mancanza di tempo, il calo di libido, la voglia di far sport, i vestiti nuovi, la macchina, i compleanni, l'estate, la prova costume, la solita minestra, la stanchezza,  le puntate dei telefilm...} (ad libitum).

venerdì 2 marzo 2018

Sguardi sul tempo

È una cosa che mi da molto fastidio. Pensavo di essere una di quelle persone a cui va bene tutto e che si fa andare bene qualsiasi pane per quieto vivere. Forse mi sbagliavo. Ho una personalità ben più complessa e completa di quanto immaginassi. Forse è solo l'età e la maturità che mi ha cambiata. O forse è l'esperienza, il bruciore di ano dovuto dalle inculate che si mascheravano da idee brillanti. Sarà. Tornassi indietro vivrei la mia vita in modo differente? Sì, ma con un sospetto meno superficiale e più profondo. Diffidente lo sono sempre stata: mai pensato che le cose belle potessero capitare a me, che nella scala sociale mi son sempre piazzata ad altezza "base del piedistallo". Ed è per questo motivo che mi sono autoconvinta che le stronzate della mia vita, nel momento che le vivevo, fossero figate.
Ma scherziamo?! Potessi tornare indietro mi sentirei autorizzata a riempire di vagonate di ceffoni la me dal 2000 al 2010, all'incirca. Anno più anno meno. Ma non sarebbe servito. Non mi fidavo di nessuno, nemmeno di me stessa, nonostante credessi di aver fiducia nella Michela del futuro, era solo una scusa per procrastinare i doveri a "qualcuno che arriverà di più saggio". Brava, pirla. Belle basi di crescita che ti sei costruita. Ed è il motivo per cui, quando incontro qualcun'altro come la me di un tempo, non solo non riesco ad andarci d'accordo, ma mi sta proprio sul cazzo. Tutto questo grande problema è anche un po' la causa della mia mancanza di fiducia negli altri. Poche persone hanno iniziato col tempo a crepare il muro di ghiaccio. Alcune si sono rivelate solo perdite di tempo e di autostima, altre forse un segno l'han lasciato, altre lo stanno lasciando tutt'ora. Ma c'è un'altra cosa che non tollero, tra le tante. E c'entra col fatto che, col tempo, ho imparato a leggere i comportamenti delle persone; oh, degli estranei non capisco nulla, è vero non mi interessano, ed è il motivo per il quale ho sempre la "prima impressione" errata e non riesco a stringere amicizie spontanee. Ma le discrepanze, i toni, le attenzioni, le giustificazioni, le "lisciate", le smorfie di chi mi sta intorno le colgo benissimo. Ma le ignoro volutamente. Chissà se la me quarantenne, in certe circostanze, guardandosi indietro nel 2018 e seguenti, avrebbe fatto altre scelte, altri percorsi, oppure se si riterrà soddisfatta del proprio percorso. Spero solo di migliorare ancora, MA senza procrastinare l'impegno di dare di più OGGI.