Diario personale di fatti realmente accaduti ed emozioni fortemente provate.
Ma anche no.

giovedì 31 ottobre 2013

grazie

http://www.youtube.com/watch?v=F-4wUfZD6oc
Seduta a questo tavolo scuro,col ticchettio dell'orologio che scandisce i miei attimi, secondo per secondo, mi accorgo che ci sono "grazie" che non ho detto, che non ho confessato. Che non ho voluto ammettere. Grazie ai miei, che alla fine ci stanno provando ad accettare la situazione. Grazie ai miei fratelli, che sanno smorzare ogni tipo di tensione con la loro semplice presenza. Grazie a lei, che "simbolicamente" (ma anche ben concretamente) ha fatto 'spazio' a me.
E poi anche grazie a quell’altra cosa.. Quella lì, come si chiama…Ah sì. All'amore. 

venerdì 25 ottobre 2013

pensieri nella notte


C'è da ieri. E' stato sotterrato, covato, nascosto. Volutamente ignorato. Ma è tornato a farmi visita stanotte, questo velato senso di angoscia.
Non riesco a dormire. Mi giro e mi rigiro nel letto; la abbraccio, mentre penso dentro di me qualcosa da dire. Niente. Ogni  pensiero che analizzo viene sgretolato dal ragionamento. Eppure perché mi resta questa nebbia di ansia nella testa?
Non so darmi una risposta da sola. Forse dovrei sfogarmi, sentire questi pensieri ad alta voce..per poi riderci sopra perché...si, dai, sono senza senso! E lo so bene!
 Mi sto decidendo, provando le parole giuste, pensando come dare un ordine logico alle cose da dire. Ma ci impiego troppo tempo, e lei si addormenta, stanca dalla lunga giornata. Non la sveglio, si merita il suo riposo stanotte!
Non mi resta che scrivere..
1. Il primo pensiero che mi frulla nella testa lo riporterò qui, sgraziato, mal curato e senza giri di parole:
ho un po'come la sensazione di dover rimanere forzatamente nascosta, di dovermi comportare silenziosamente, "in punta di piedi", per non svegliare chi ancora "dorme". Ora che ho finalmente deciso di non nascondermi più, di essere sincera con me stessa e trasparente con gli altri, devo continuare a mascherarmi e trattenermi per altre ragioni. La cosa mi causa disagio, un po' di fastidio, e altre sensazioni che non riesco a definire in modo corretto a parole.
2. Anche il secondo pensiero, come viene, viene. E viene in contrapposizione al precedente, quasi fosse una "consolazione":
Non penso che frequentando la sua compagnia mi sentirò mai tranquilla e a mio agio fino in fondo. E' pur sempre un' ex. Non so fingere simpatia se non ne provo, e non so fingere amicizia se alle spalle ti ho già accoltellato a tua insaputa.
3. Questo è decisamente il pensiero più grezzo, e mi vergogno quasi con me stessa per averlo fatto. Se potessi lo cancellerei, ma non ci riesco. Perciò eccolo arrivare, tipo bomba a mano sulla piazza:
Il fatto che ancora, dopo quasi sei mesi, non si sia chiarita la situazione "io sto con Tizio, tu stai con chi Caio ti pare" non mi fa stare tranquilla, nonostante io sappia di essere amata pienamente.
Sfogo terminato, effetto terapeutico come al solito. Va meglio..e provo a dormire!

lunedì 14 ottobre 2013

pensieri all'aurora


Cammino a passo svelto; mani in tasca e cappuccio sulla testa. Nascondo metà del viso nella sciarpa, e ogni mio respiro mi scalda e inumidisce il viso allo stesso tempo.
E' mattina presto. Troppo presto. La notte non si è ancora alzata, l'alba non accenna a giungere.
Neanche gli uccelli hanno iniziato a darsi il buongiorno.
C'è un silenzio innaturale alle 6 di mattina: si sente solo il motore di qualche macchina lontana, sulla strada principale che attraversa il paese: quella via è un'arteria isolata in mezzo a case e campi che ci unisce alla città.
Ho anche io la mia arteria, che mi collega al mio "centro". Un'estremità la tengo io, dentro di me; l'altra si trova incastonata nel cuore di qualcunaltro. Una donazione spontanea e cosciente. Voluta e desiderata.
Mentre cammino tra le ombre di questo paese che deve ancora svegliarsi, penso a quanto vorrei ricongiungere queste due estremità, togliere la prolunga, poggiare la testa sul suo petto e restare a contatto con quel cuore pulsante. Vicine. Unite. Sempre.

lunedì 7 ottobre 2013

Il bel sogno che c'è qui

Come si può chiamare tutto questo?
"Un sogno che si avvera" è una perifrasi oramai abusata.
Ci pensavo ieri, mentre mi stringeva a sé dopo aver fatto l'amore. Ci ripensavo stanotte, tra un bacio e un "ti amo" appoggiato delicatamente sulle mie labbra. Ci ho pensato stamattina, mentre a malincuore mi staccavo da lei e prendevo la metropolitana affollata.
E' uno spreco staccarmi da lei!
La dolcezza, il suo sorriso, la premura, e quella sicurezza che mi infonde...sono tutte cose di cui non riesco più a fare a meno. Non voglio finire sempre dicendole quanto mi piacerebbe rimanere la sua compagna per la vita. Eppure me lo legge in faccia tutte le volte. Ci scherziamo su, ridiamo. E quando ride la vorrei ancora di più mia. Il mio sguardo dice tutto, certo. Allora, come tenere nascosto un pensiero-bomba simile? Non ce la faccio... Quindi le mie parole arrivano come un inverno precoce, un po' accartocciate, per l'imbarazzo; un po' infreddolite, per essere rimaste lì nel filtro pensiero-parola per troppo tempo. Le conseguenze inevitabili lasciamole da parte: il mio rossore, la timidezza, il gongolare felice...
Vorrei milioni dei suoi sorrisi, di baci caldi della mattina, degli abbracci inaspettati, delle coccole che si lascia fare e che mi fa... Vorrei lei, e soltanto lei.