Diario personale di fatti realmente accaduti ed emozioni fortemente provate.
Ma anche no.

martedì 26 marzo 2013

Sogni caldi ad occhi aperti




<<Corri! Corri!>>
<<Amore, ma cosa…?>>
<<Ssst, zitta o ci sentono le altre!>> La presi per un braccio e la trascinai con me correndo per qualche metro, fino a raggiungere la rientranza del corridoio. <<Per di qua!>>
Ci accucciammo, io davanti e lei alle mie spalle: il buio ci nascondeva perfettamente, lasciando brillare solo i nostri denti  e gli occhi lucidi d’emozione. Dalle scale dell’ostello stavano salendo le nostre compagne di squadra:  un gran vociare, decisamente esagerato per l’orario notturno in cui stavano rincasando. Riconobbi la voce di Barbara, la più piccola -e sicuramente in quel momento anche la più brilla-
 <<Ma dove sono finite quelle due?>> Logicamente si riferiva a noi.
La cosa mi elettrizzò tanto che lei dovette mettermi una mano sulla bocca per farmi trattenere un risolino.
Mi voltai per guardarla, per vedere se anche a lei eccitasse tutto ciò. Incrociai nell’ombra i suoi occhi e quel suo sorriso seducente e, solo a guardarla, ebbi un fremito di piacere.
Quando le ragazze furono in camera e la porta si chiuse, ci alzammo.
Stavo già per correre giù dalle scale, sperando che mi seguisse. <<Andiamo, dai!>> sussurrai.
Ma potei solo fare un passo nella mia direzione che lei mi prese per un braccio e mi tirò indietro, facendomi sbattere di schiena addosso al suo corpo. In un secondo mi prese per le spalle, mi girò verso di sé e mi spinse contro il muro. Dalle sue mani mi lasciavo guidare senza esitazioni, sicura che la forza che impiegava per trattenermi lì, contro la parete, era uno dei modi per farmi sentire sua (e che ben gradivo!). Mi fece perdere la testa  sentir premere il suo corpo contro il mio. La sensazione della mia schiena contro parete fredda e dura si combinava perfettamente al contrasto del suo corpo caldo e del suo seno morbido  che spingeva contro il mio.
Mi prese il volto tra le mani e, dischiudendo le labbra, mi baciò impetuosamente con la lingua.
Poi la sua gamba si fece spazio tra le mie. Si scostò un poco per vedere la mia reazione, o per godersi il mio ansimare ad occhi chiusi.
<<Ti piace?>>
<<Oh si…>> riuscii a rispondere, già eccitatissima <<Ti voglio…>>
<<Mi vuoi?>> ripeté lei, provocandomi mentre mi mordeva il collo <<Quanto mi vuoi?>>
Allora le presi una mano e la portai sotto alla mia gonna. Le feci scostare il costume che indossavo e con un dito mi sfiorò delicatamente là sotto. Ero già bagnatissima e lei se ne compiacque.
La amavo e la volevo più di ogni altra cosa. E mi eccitava il solo pensiero di poterla sfiorare a mia volta!
<<Andiamo…>> questa volta fu lei a prendermi per mano e a trascinarmi correndo giù dalle scale.
Quando uscimmo di corsa dall’ostello l’aria fresca della notte mi rinvigorì un poco, anche se sentivo ancora le mie gambe molli di desiderio.
Attraversammo la strada e fummo subito in spiaggia. Era buia e deserta. Gli ombrelloni e le sdraio chiuse davano un senso di abbandono, tanto da farmi pensare che sicuramente nessuno sarebbe venuto a quell’ora di notte a disturbarci.
A pochi metri dalla riva ci fermammo; poi mi lasciò la mano. Mi guardò dritto negli occhi, sorridendo: <<Spogliati, dai!>> mi ordinò mentre già lei si sfilava i vestiti.
Mi tolsi la maglietta e la gonna in un attimo, rimanendo in piedi davanti a lei con il mio bikini rosso.
<<Allora, che ne pensi?>> le chiesi, facendo una giravolta per farle vedere per la prima volta il mio fisico in costume.
<<Wow!>>, esclamò lei, leccandosi le labbra con la punta della lingua.
Le era bastata quella vista per eccitarsi, si capiva; ed io ero ben soddisfatta della sua reazione.
<<Andiamo in mare?>> mi propose, e si avviò verso il bagnasciuga camminando all’indietro, per controllare se la seguissi o meno. La raggiunsi in un attimo, ed entrammo nell’acqua tiepida tenendoci per mano. Lei fu la prima a tuffarsi. Benché io amassi l’acqua particolarmente, ero sempre molto fifona quando si trattava di immergersi in mare. La guardai, cercando di scorgere il suo corpo a pelo dell’acqua in quel mare nero. Si muovendosi come una sirena, silenziosa e veloce. Vedendo che ancora non mi decidevo a tuffarmi, mi venne incontro e, cingendomi la vita, si avvicinò fino a baciarmi il ventre.
<<Vieni, Amore!>> mi sussurrò, trascinandomi giù con sé. Mi fidai, e mi lasciai andare subito tra le sue braccia. Mi teneva stretta, come per non perdermi in mezzo a quel buio. Io la afferrai per i fianchi, accarezzandole poi il sedere per tirarla più a me. Quando i nostri corpi furono uno aderente all’altro, alzai le gambe e le incrociai attorno alla sua vita, lasciando che così mi tenesse quasi in braccio. Le infilai la lingua in bocca, infoiata da morire.
Il movimento delle nostre lingue era pura tensione elettrica che si scaricava nei nostri corpi. La sentivamo entrambe, come il desiderio di fare l’amore lì, in acqua.
<<Mi fai impazzire…>> mi sussurrò poi all’orecchio, prima di iniziare a mordicchiarmelo. Mi piaceva un sacco quando mi voleva eccitare in quel modo. Sentivo il suo respiro ansimante vicino, il calore della sua pelle immersa in quel liquido buio e fresco. Sussultai quando mi scostò per la seconda volta lo slippino da una parte e, con il dito, iniziò a stimolarmi il clitoride gonfio. Gemevo di piacere, incurante del fatto che qualcuno potesse sentirmi. Lei mi baciava il collo mentre rimanevo con braccia e gambe aggrappata a lei. Mi spinse dentro il suo dito medio, muovendolo su e giù, dentro e fuori, prima piano, poi sempre più veloce. Sentivo l’acqua fredda a contatto con la mia vagina bollente e quel contrasto aumentò i brividi che avevo già per tutto il corpo. Chiusi gli occhi mentre godevo, sapendo che lei si sarebbe a sua volta accesa di passione nel v edermi sinceramente eccitata. Gettai la testa all’indietro, fiduciosa che mi avrebbe tenuta. Le sue dita mi stavano sciogliendo, e sentivo l’orgasmo avvicinarsi. Lo sentivo nascere dentro, piano. Mi morsi le labbra per assaporare maggiormentele sensazioni che stavo provando. Mi sentii aprire sempre di più, con lei dentro che si muoveva. Non dovette neanche faticare tanto: la mia esplosione di godimento arrivò quasi subito, assieme ai miei gemiti e alle urla soffocate a fatica dai suoi baci.
Mi lasciai andare completamente su di lei, che mi sorreggeva tra le sue braccia. Mi avvicinai alla sua guancia e gliela sfiorai con le labbra. La baciai. Le baciai quel suo fantastico viso ripetutamente.
Poi lo dissi: <<Ti amo!>>
Lei ridacchiò e sussurrò divertita: <<Troppo facile dirmelo ora, così appagata!>>
<<Ma io te lo dico sempre!>> ribattei contrariata.
<<Lo so>> rispose <<Stavo scherzando, dai…>>
<<L’hai mai fatto prima d’ora in mare?>> le domandai poi, incuriosita.
La vidi titubante per un attimo, o forse stava solo ripensando.
<<No, ma… fin qui mi sta piacendo>>
Allora le accarezzai dolcemente il viso ed i capelli, le baciai teneramente gli angoli delle labbra, gli occhi, la bocca… provai ad aprire leggermente la mia durante quei dolcissimi baci e mi fece sentire la punta della sua lingua sulla mia. Si lasciò guidare dal suo respiro irregolare e dal movimento delle mie mani che, dopo poco, erano già sul suo costume per slacciarlo. Le tolsi il pezzo sopra, lasciandole il seno scoperto. Me lo presi tra le mani e iniziai a giocarci lentamente, compiacendomi di tutti i suoi versi di eccitamento. Avvicinai poi le mie labbra ai suoi capezzoli duri: li succhiai, li leccai, facendo attenzione a farle sentire il mio piercing da lingua proprio su quelle turgide punte.
<<Mi piaci da impazzire…>> sussurrò ansimando.
Presi una delle sue mani e me la portai alle labbra, baciandole il dorso. Lei, ad occhi chiusi, si lasciava guidare ciecamente. Poi mi misi il suo indice in bocca e iniziai a succhiarlo, piano. Sentivo il sale del mare sulla mia lingua e sentire quel sapore inaspettato mi piacque parecchio.
Tenendola vicina a me, scesi con la mano fino a scostarle lo slip e, facendomi largo tra le grandi labbra, le toccai il clitoride. Anche lei, come me, era calda e vischiosa là sotto. Iniziai a massaggiare quel piccolo promontorio tutto eccitato, giocandoci e cambiando ritmo per stimolarla sempre di più.
<<Sì… oh, sì….>> mi sussurrava piano all’orecchio. Mi faceva impazzire! E forse lo sapeva pure che godevo a mia volta quando era lei a godere!
Continuai a muovermi finché la sentii stringermi a sé e trattenere a fatica dei gemiti più forti. Stava venendo, inarcando la schiena e tremando tutta.
Mi fermai solo quando capii che l’orgasmo era finito.La abbracciai subito, tenendola stretta.
<<Sono tua…>>  le dissi dopo qualche minuto, baciandola teneramente sul collo <<…e tu sei mia!>>
Si scostò per guardarmi. Mi regalò il suo sorriso più bello poi, improvvisamente, si girò e fece due bracciate.
Voltandosi indietro, poi, mi disse con voce divertita:  <<Solo se riesci a prendermi! E -si sa- i t-rex non sanno nuotare!>>
Ridacchiò e si tuffò nuovamente mentre io rimanevo immobile, guardandola allontanarsi, innamorata come non mai di quella ragazza che mi aveva rubato il cuore.

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