Diario personale di fatti realmente accaduti ed emozioni fortemente provate.
Ma anche no.

venerdì 14 dicembre 2012

riflessioni sull'essere (che detto così sembra chissà che cosa...)





Non mi sono mai soffermata a pensare se, come sono, è il risultato di una serie di esperienze del mio vissuto o se è qualcosa di innato, che fa parte di me, come fosse nel mio corredo genetico.
Non ci ho mai pensato perché non ho mai accettato la mia situazione, prima d’ora. Cercando di scacciare dalla mente i pensieri e i ricordi infantili, giustificavo fatti e desideri come “curiosità da bambine”. E chi può dire che non fosse vero? Beh, ora che sto cercando di fare chiarezza dentro me stessa sono giunta alla conclusione che non credo sia importante sapere se sono nata così o se ci sono diventata. Cosa cambierebbe? Devo giustificare forse a qualcuno i miei gusti nel mangiare? O nel vestire? O quelli musicali? Non lo so perché il mio colore preferito è il giallo, perché dovrebbero volerlo sapere gli altri?
Mi immagino in un ipotetico coming-out in famiglia: mia madre probabilmente insisterebbe nel farmi ammettere che non sono nata così e che la mia è una scelta, forse solo una ribellione da qualcosa. La metterebbe sul personale, si sentirebbe colpevole, come se fosse lei la causa di tutto ciò. Ma è davvero una scelta? Se lo fosse sarebbe facile scegliere di non scegliere questa via. E per me, che provo attrazione effettivamente per entrambi i sessi, dovrebbe essere a maggior ragione una questione di scelte? Scegli di non far soffrire tua madre? Scegli di avere una vita comune e tranquilla? Scegli di non essere additata come diversa?
E la scelta di amare liberamente chi voglio non è contemplata in tutto questo? Che poi me lo dica mia madre, posso anche capirlo... Ma quando a dirmelo è una ex allora è lì che la cosa mi puzza di strano… Come sarebbe a dire che sai che non è la vita che desidero? Che non è quello che voglio o quello che cerco?
E’ vero, mi nascondevo dietro la frase “mi innamoro della persona, della sua testa, non del suo genere sessuale”. Suona davvero come una giustificazione; ma onestamente non lo è; o, almeno, non del tutto.
Oggi la ragazza che amo* ha avuto dei dubbi insensati riguardanti “quanto lei mi piaccia”. Inizialmente pensavo scherzasse, poiché non ho mai tenuto nascosto il fatto che io provi una forte attrazione fisica per lei. Poi ho capito che la sua preoccupazione era vera, seppur immotivata. E allora sono tornata con la mente ai nostri primi incontri, quando cercavo ancora di giustificarmi con la frase “mi innamoro della testa, non del sesso”. Era bastato poco a lei per confutare quella mia teoria allora, facendomi confessare che a prima vista non potevo che essere stata folgorata dal suo aspetto fisico, prima che dalla sua mente o dal suo carattere. Già, mi aveva attratto come ragazza, una ragazza bella e sorridente.
Aveva ragione: mi aveva colpito, mi era piaciuta sin da subito! E da lontano la studiavo, intimidita da quella nascita di attrazione che cercavo in tutti i modi di ignorare. Perché non lo volevo ammettere due mesi fa? Semplicemente perché non volevo fare la figura dell’allupata, ecco. E perché nel frattempo l’avevo conosciuta e mi piaceva un sacco anche sotto altri aspetti, a tal punto da volere che fosse la mia ragazza, e a tal punto da non rischiare di mandare tutto all’aria lasciandole intendere che sin dall’inizio mi ispirava sesso. (Eh già!)
E allora è vero che mi innamoro della persona e non del genere? Chi può dirlo! Di certo scelgo se dare ascolto alle mie pulsioni in base a un più o meno forte interesse. Poi la conoscenza della “testa” è il second step. E con lei, lo ammetto,  è stata una pulsione fortissima che non sono riuscita a trattenere: saltavo sulla sedia alla sua richiesta di amicizia; trattenevo il respiro leggendo i suoi messaggi; arrossivo come una bambina a sfiorarle la mano castamente; mi batteva forte il cuore mentre mi avvicinavo per darle un bacio sulla guancia per salutarla …. E tutto questo quando ancora da parte sua non era nato nulla. Mi piace davvero tanto, mi è piaciuta sin da subito; ed è per questo che ho deciso di avvicinarmi a lei.
Ora la amo in modo pazzesco e lei ricambia il sentimento: ciò mi basta per essere felice ed appagata quando sono con lei!
E quindi (trascurando come sempre un particolare importante della situazione, comunque… )  la domanda che torno a pormi è: è davvero così importante dover dare spiegazioni per l’amore che provo?

*sì, sei tu, zucchina velenosa! :)



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