Diario personale di fatti realmente accaduti ed emozioni fortemente provate.
Ma anche no.

giovedì 28 febbraio 2013

Quale futuro?




Che cosa ne sarà del mio futuro? Non mi è dato saperlo.
A volte perdo di vista obiettivi e sogni, vivendo solo nel presente e non dando la giusta importanza a ciò che faccio.

Bene”, direbbero in molti. “Male”, affermo io.
Pensare solo al presente è possibile solo quando questo è pieno di certezze, quando è saturo della consapevolezza che la tua vita non potrà subire d’un tratto un tracollo improvviso in un futuro prossimo. Allora lì sì che puoi godere di ogni attimo, di ogni minuto che vivi, senza la preoccupazione dell’ignoto.
Ma questo è un altro discorso…

E’ giusto parlare di obiettivi? O è meglio, a questo punto, parlare di sogni?
No, io scelgo di definirle ambizioni,  rimanendo quindi su un piano realistico più che fantastico. Altrimenti non avrebbe senso rimboccarsi le maniche per qualche desiderio che non posso realizzare con le mie sole forze.

Certo, in un aiuto dall’Alto, per chi ci crede, si può sempre sperare. Dio, fato, fortuna, sorte…. Chiamiamolo come si vuole! Ma innanzitutto siamo noi gli artefici del nostro destino. Se poi dovessero presentarsi situazioni favorevoli al nostro successo saremmo ben contenti di surfare l’onda finché possibile.

Quante volte mi è capitato di perdermi, di imboccare la strada sbagliata, di non dare ascolto a chi mi stava accanto. Forse il mio orgoglio, allora esagerato, si è sciolto come neve al sole non appena mi son resa conto di non poter perseguire il mio obiettivo. Ecco poi la nascita di tutte quelle frustrazioni, dei sensi di colpa, della bassa autostima! Basta sbagliare una volta che tutto ti crolla addosso e pensi di dover ricominciare da capo. Se hai qualcuno accanto che ti vuole bene, pronto a soccorrerti e a indicarti il momento in cui rialzarti e ripartire, allora sei  una persona molto fortunata.

Ho già 25 anni. Sono fuoricorso, 4 esami alla laurea, i più ‘tosti’.
E se non ce la faccio?

Mi arrendo?
No. E’ tornato in me quell’orgoglio di un tempo, e questa volta non girerò i tacchi a un passo dal traguardo. Forse proprio grazie al fatto che c’è qualcuno che mi sprona, pronto a tirarmi su per i capelli e a dirmi “non abbatterti, prosegui!

So benissimo che prendendo questa laurea non avrò la garanzia di un lavoro, ma sicuramente otterrò qualche chances in più per vincere la difficile partita con le difficoltà della vita. Senza parlare della soddisfazione personale.

Torno a parlare delle mie ambizioni?

Beh, sarò sincera: al momento non mi preoccupano più così tanto. Voglio dare il massimo, provare a dare tutto quello che ho in ogni cosa che merita il mio tempo e il mio sudore. Voglio fare quello che mi piace, voglio sentirmi realizzata, in qualsiasi modo. Se poi mi dovesse andare male sono una che si adatta (‘adatta’! Non ‘accontenta’. Quello sto smettendo di farlo, pian piano…). Avrò bisogno solo, come tutti, delle piccole gioie quotidiane, di avere vicino persone che mi vogliono bene e una che mi ami e che mi faccia sentire importante, come io farei con lei ogni giorno della nostra vita. 

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