Mi
svegliai nel cuore della notte, in preda al panico: il respiro affannoso, il
sudore freddo sulla pelle. Una delle mie solite e leggere crisi d’ansia,
complice l’ovulazione in corso e gli ormoni sprigionati dal mio corpo in questo
delicato periodo.
Quando
spalancai gli occhi iniziai istintivamente a tastare la parte di letto alla mia
destra. Lei non c’era. Mi trovavo nel mio letto a una piazza, sola, nella mia
cameretta da bambina.
Guardai
l’ora sul cellulare: le 4:03 a.m.
Averla
accanto era solo il ricordo di poche ore prima quando, dopo aver fatto l’amore,
ci eravamo stese abbracciate sul suo letto, spossate ed appagate. Proprio come due
amanti. E per ‘amanti’ io intendevo il senso letterale del termine: due persone
che si amano!
Ma
se avessi raccontato a qualcuno quello che stavamo vivendo, l’etichetta “amanti”
sarebbe stata senza dubbio appiccicata sulle nostre fronti con la valenza
traslata ma più comune del termine: una o due persone che tradiscono.
Non mi piaceva quella descrizione di noi. Preferivo
illudermi nel pensare di essere l’unica donna per lei, o almeno ‘la preferita’.
Mi alzai lentamente dal letto, attenta a frugare con il
piede a terra in cerca delle ciabatte. La testa mi girava e sentivo le gocce di
sudore scendermi lungo la schiena. Avevo bisogno di un po’ d’acqua, per
calmarmi. Scesi le scale, mentre con la mente mi arrovellavo in pensieri poco
consoni ad una crisi di panico nel bel mezzo della notte.
No. Non lo ero. Non ero la sua amante! E credevo ad ogni
singola parola che mi diceva perché di lei mi fidavo e, oltretutto, non avrebbe
avuto bisogno di raccontarmi balle.
Pensai che ogni cosa è –purtroppo- etichettata secondo la
sua apparenza, e fornita di istruzioni per l’uso. "Cosa fa l’amante? Ama. Come?
Di nascosto."
No, queste non eravamo noi. Era limitante una descrizione
simile di quello che eravamo. Noi eravamo l’amore. Amore puro, incontrollabile,
viscerale, travolgente. Senza freni, senza logica, come dovrebbe essere l’amore
provato da tutti gli innamorati!
E pensando all’amore mi veniva in mente solo lei. Le cose
infatti non appaiono mai in maniera astratta, come configurazioni psicologiche
di stimoli, ma si vedono subito secondo la loro concretezza, nella loro
personificazione talvolta, nell’ utilità, nel pericolo, nelle azioni che ne
conseguono.
L’amore era lei, ed eravamo noi. Ogni cosa era per noi.
Aprii il rubinetto e misi sotto il getto d’acqua un
bicchiere, rilassandomi già al suono dell’acqua corrente: qualcosa di diverso
nelle orecchie oltre al rimbombare sordo del mio battito cardiaco.
Ripensai al suo volto, ai suoi occhi verdi, alla sua
bocca che mi sorride… a quanto amavo le sue espressioni di felicità sincere e genuine.
Avrei potuto
evitare tutto quello? Avrei potuto evitare di innamorarmi così follemente, come
mai mi era successo prima? No. E se tre mesi fa mi avessero descritto tutto
questo, non vi avrei neanche rinunciato, dopotutto.
"E’ troppo bello, troppo forte quello che provo". Ed era talmente stupendo che avevo sempre più paura di perderlo allora, mentre attendevo la
sua scelta.
“Tutto ciò che accade ha un senso”, ripetevo tra me e me tra un sorso d’acqua e l’altro.
“Tutto ciò che accade ha un senso”, ripetevo tra me e me tra un sorso d’acqua e l’altro.
"Sulla base di quest’ipotesi, allora, starebbe a noi costruire
delle regole ipotetiche per spiegare quel che ci accade, per poi applicarle al
nostro vissuto quotidiano, a quello che proviamo. Qual è, dunque, il senso di
tutto questo amore nato all’improvviso, non cercato, sconsigliato da chiunque,
compresa la nostra ragione?"
L’unico senso che trovavo io, oltre all’appagamento e al
bisogno di sensazioni forti (non solo prettamente fisiche, sia chiaro) era che fossimo fatte l’una per l’altra.
"Riconosco che sia un azzardo dirlo adesso, dopo 3 mesi che ci conosciamo …" pensavo, ma dentro di me sapevo che era quello che avevo sentito sin da subito, una cosa di cui ero ormai convinta.
"Riconosco che sia un azzardo dirlo adesso, dopo 3 mesi che ci conosciamo …" pensavo, ma dentro di me sapevo che era quello che avevo sentito sin da subito, una cosa di cui ero ormai convinta.
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