Diario personale di fatti realmente accaduti ed emozioni fortemente provate.
Ma anche no.

sabato 29 novembre 2014

Sogni interrotti

Alzo il riscaldamento per potermi cullare in nuvole di calore vaporoso che escono dalla doccia.
L'acqua percorre la mia pelle, scendendo fino a terra, come un ruscello che dalla montagna scende verso il mare.
Ho sempre amato il suono dell'acqua: mi calma, mi tranquillizza, mi fa pensare e meditare sulle cose. Un po' mi manca non avere una vasca da bagno. Ma.. pazienza.
Ho fatto sogni strani stanotte, e per quanto io sia in grado di darvi la poca importanza che meritano, continuano a ripresentarmisi nella mente, anche adesso.
La paura di non trovarti, di sapere che non sai dove ti trovi, che ti hanno portata lontano, indifesa, ignara su cosa succederà. E io che scopro dove ti tengono, violo le regole, inganno chi ci controlla, scappo e corro scalza nel fango per arrivare prima da te: schegge di rami mi si conficcano nel piede, i sassi e la terra fredda tra le dita. Sto sudando per la corsa, e la mia camicia da notte bianca si è sporcata di fango. Ma non mi interessa.
Sono disperata, ma mossa da una forza coraggiosa senza eguali. E' incredibile come nei sogni si riesca a sentire nitidamente il nostro stato d'animo, come se stessimo vivendo davvero quel pensiero nebuloso e notturno.
Sto per raggiungerti, correndo sull'asfalto in salita di una strada che non ho mai visto. Ti tengono in questo edificio abbandonato, un vecchio cinema, o una vecchia scuola, chi lo sa.
Sto per entrare, ma poi....
...Poi mi svegli, mi abbracci, mi dai un bacio.
Ti sorrido.
Anche se dentro di me resto momentaneamente delusa di non essere riuscita a vedere il lieto fine di questo film: il momento in cui ti salvo e ti porto via con me. Avrei voluto godermi questa scena, mostrarti quanti rischi ho corso per salvarti, quanto ingegno nel trovarti.
Mi mancava solo di incrociare i tuoi occhi felici di vedermi, riconoscenti, soddisfatti. Perché?
Non lo sapevo fino ad adesso.
Probabilmente vorrei dimostrarti il mio amore in modi sempre diversi, in qualcosa di straordinario, di inusuale, di colossale. Non ho soldi per farti regali costosi, per portarti in giro per il Mondo, per aiutarti a comprare una casa. Ho solo quello che provo, i piccoli gesti, i pensieri, le parole.
E queste non finiranno, lo so! Ma basteranno a ricordarti tutto quello che provo, senza annoiarti, senza che tu le dia per scontate, senza bisogno di ripiegare su altre persone o altre cose?
Più ci penso e più lo so che sono solo paure mie, intrinseche della mia persona; che non mi fanno neanche ridere di uno scherzo e di due battutine sull'argomento.
Non sono riconoscenze, non è ricerca di attenzione la mia.
Non lo so, cos'è. Forse è solo la paura di perdere qualcosa di bellissimo, di sbagliare qualche mossa e, così, di farmelo scappare.

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