http://www.youtube.com/watch?v=e9DfuECQ_p4
L’autunno ha raggiunto il suo culmine.
Gradualmente, come le gocce di pioggia che riempiono i vasi
vuoti in una giornata che ha senso solo a singhiozzi. Ho voglia di fare, ma come al solito non
trovo la mia linea di partenza. Sono una torre nevrotica che si muove su una
scacchiera, tra alfieri, cavalli e pedoni. Mi muovo a scatti: avanti, indietro,
destra, sinistra, arrivando dov’è possibile arrivare, senza indugio. Non mi manca il coraggio, mi manca la
strategia.
Sono giunta alla fine di un niente, per cominciarne un
altro.
E anche questo nuovo niente che subentra, fatto di impalpabile
nebbia e di illusioni, m’inquieta.
Ma mi ci tuffo ugualmente, speranzosa, perché prima o poi si tornerà a vedere chiaro.
Ma mi ci tuffo ugualmente, speranzosa, perché prima o poi si tornerà a vedere chiaro.
Se nell’attacco c’è confusione, allora ci si concentra sui
due fari da difendere con la vita: il re e la regina.
Nulla deve accadere a loro, o la partita finisce.
Gli scacchi sono spietati: bisogna essere preparati ad ammazzare.
Gli scacchi sono spietati: bisogna essere preparati ad ammazzare.
E anche a sacrificare qualcosa o qualcuno dei tuoi.
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